Assistita da Guiliuccio di Sico, Maria vedova del giudice Gibone, desiderando indossare l'abito di oblata e dedicarsi al servizio di Dio e della vergine Maria, offre se stessa con tutti i suoi beni mobili ed immobili al monastero di S. Maria Nova di Campagna nelle mani dell'abate Bartolomeo, il quale si impegna a darle vitto e vestimento vita natural durante e a non avanzare alcuna pretesa sui beni che la stessa oblata e la defunta sorella Ruggierina avevano dato al notaio Antonio del notaio Bartolomeo. Ruggiero del giudice Angelo Ciminello, notaio.