Filippo de Salerno di Giungano promette a Carluccio de Cineda, procuratore del monastero di Santo Spirito, di dare al monastero una certa quantità di grano di cui erano debitori il figlio Sigismondo, Giovanni Rino e il fu Antonello Rino per l'affitto di certe terre appartenenti al monastero e situate nel territorio della città di Capaccio. Vincenzo Marmo, notaio