Proseguendo la lite fra Melchiorre Guerriero, custode della Cancelleria Apostolica e procuratore della città di Melfi, e l’erede del defunto chierico Marco de Monsilio, per l'affitto della chiesa di Melfi per un triennio, il detto Melchiorre nomina suo procuratore Giovanni de Simone de Ravenna, laico e milite della diocesi di Mileto. Bartolomeo Coppre, notaio.