Essendo stati trafugati da ignoti i beni mobili ed immobili del monastero di S. Maria Nova dell’ordine di S. Benedetto di Monteoliveto, il priore ed i monaci implorano l’intervento del papa Giulio II per recuperarli. Il pontefice, esaudendo le richieste, ordina al vicario dell'arcivescovo di Salerno di ammonire pubblicamente in chiesa gli ignoti usurpatori esortandoli a restituirli entro i termini stabiliti sotto pena di scomunica.