Donato Maita, costituitosi a nome suo e di Clara Curcillo sua moglie, alla presenza del magister e notaio Basilio de Pisapia, capitano ducale della terra di Campagna e rappresentante di Ferdinando Orsini, duca di Gravina e conte della terra di Campagna, afferma che, dopo aver denunciato, il 6 febbraio del 1504, il notaio Giacomo Curcillo il quale non aveva versato in suo favore la somma di 10 once e 10 tarì di carlini d'argento come dote della sorella Clara e, dopo che il capitano Basilio requisiva al notaio Curcillo, inadempiente, un oliveto come garanzia di pagamento, vista la contumacia del notaio Giacomo e la sentenza definitiva con la quale l'oliveto veniva ceduto ai coniugi Maita come liquidazione del debito, dichiara di essere proprietario di un oliveto di 131 piedi, sito in località Vallone, confinante con i beni del notaio Girolamo Maita, con i beni di Gaspare Rosso, i suoi beni, quelli di Antonio Guarnieri e la via pubblica. Raimondo Paradiso, notaio