Il notaio Giacomo Curcillo, debitore nei confronti della sorella Clara, moglie di Donato Maita, costituitasi con il consenso del coniuge e rappresentata dal notaio Girolamo Maita, della somma di 19 once e 10 tarì di carlini d'argento, promette di estinguere il debito versando 3 once nel giorno di san Pietro apostoIo, 2 once e 10 tarì nel giorno di san Matteo e le restanti 14 once entro l'ottobre del 1502. Raimondo Paradiso, notaio.