Sorta una lite tra il monastero di S. Maria Nova, rappresentato dall’abate Giovanni, e Giovanni di Aviso, poiché quest’ultimo lavorava, secondo l’abate, senza alcun diritto una terra del monastero, sita alla località Pinzirito di Furano e confinante con beni degli eredi dei defunti militi Angerio e Giovanni di Daniele, lo stesso Giovanni di Aviso, consigliato dagli amici comuni, prima di giungere alla sentenza restituisce la terra al monastero con il consenso della moglie Floretta. Imperato, notaio