Per la salvezza della sua anima, Giovanni di Onorata offre a Dio e al monastero di S. Maria Nova nelle mani dell'abate Giovanni se stesso e tutti i suoi beni costituiti da: una terra con olivi in località S. Angelo di Furano, una vigna dalla parte Furano confinante con i beni della curia, una terra con vigna e olivi in località Odorosa di Furano confinante coi beni del milite Guglielmo di Gibone ed una terra detta Cesina in località Pistella di Furano, con la condizione che l'oblato sarebbe rimasto per un anno al monastero; dopo questo periodo se avesse deciso di andarsene sarebbe stato libero di farlo con tutti i suoi beni. Se invece avesse deciso di restare, i suddetti beni sarebbero dovuti rimanere di proprietà del monastero. Francesco di Cennamo, pubblico notaio.