Con il consenso dei confratelli che si sottoscrivono, Giovanni abate di S. Maria Nova dà a Matteo di Giacomo di Cennamo una terra con olivi alla località Pizzone di Ariano, la metà pro indiviso di una terra alberata con vigna alla località S. Martino di Furano, confinante con il fiume Tenza, e un’altra boscosa alla stessa località e in cambio riceve la quarta parte pro indiviso di una terra alberata con olivi e vigna del valore di un’oncia d’oro, sita nel tenimento di Eboli alla località S. Andrea. Francesco di Cennamo, notaio.