Con il consenso del figlio Guglielmo e della moglie Eccelsa, Ruggiero di Laudisio di Imperato dà a Giovanni abate di S. Maria Nova di Calli il diritto di prelevare l’acqua del fiume Tenza e di condurla al mulino del monastero attraverso una sua iscla alla località Matiano di Ariano, con la facoltà di spostare la conduttura in caso di rottura. Inoltre concede la possibilità di spostare la conduttura in un’altra iscla, posseduta da lui in comune con Alessandro Caccavo e i suoi consorti alla stessa località Matiano e in cambio riceve la metà di un’iscla alla stessa località che il monastero possedeva pro indiviso con gli eredi del defunto giudice Guglielmo di Paibella. Pietro Frunzo, notaio