Per la salvezza delle loro anime e la remissione dei peccati, Nicola di Imperato, la moglie Serechelgaita, e i figli Pietro e Nicola offrono a Dio e al monastero di S. Maria Nova di Calli nelle mani dell’abate Giovanni sé stessi, tre case terranee con orto alla località Corvello e tutti i beni mobili, eccetto due botti contenenti vino che lascia alla figlia Maria e a Palermo figlio di Canquino figlio di Emancipato. Nicola Troiano, notaio