Alessandra vedova di Andrea di iaconus Matteo accusa Giovanni abate di S. Maria Nova di Calli di essersi appropriato delle sue proprietà. Questi risponde di possederle giustamente perché Alessandra e il marito le avevano oblate al monastero con le loro persone. Alessandra ribatte che l’oblazione era avvenuta col patto che i coniugi avrebbero posseduti i beni fino alla morte, esentati da ogni esazione o colletta. I contendenti preferiscono trattare e i religiosi rifiutano l’oblazione in favore di Alessandra, assistita dal mundoaldo Bartolomeo Giuncatella, dà in cambio una terra alla località S. Biagio, fatto salvo il censo annuo di un tarì di Salerno da versarsi al monastero di S. Maria di Montevergine. Nicola Troiano, notaio