Il prete Giovanni di Serafina figlio del fu Pietro di Boemondo, Roberto figlio del defunto notaio Guglielmo del giudice Corrado, Goffredo di Dillicato figlio del fu Roberto e Riccardo figlio del notaio Armida testimoniano che Giovanni, figlio del fu Tommaso, sul letto di morte aveva lasciato al monastero di S. Giacomo degli Eremiti nelle mani del priore Tommaso la metà pro indiviso di una casa nel casale Zappino, una terra laboratoria alla località Campolongo di Ariano e la metà delle sue pecore. Roberto, notaio.