Don Filippo di Tufo, nominati suoi esecutori testamentari il prete Giovanni figlio del magister Enrico e Gualtiero del giudice Matteo, con il consenso della moglie Rachele lascia al nipote Roberto prete, figlio di Rao di Tufo, una terra con pastino alla località Strata, che lo stesso Filippo aveva dato a Gioele di Auringegna per coltivarla e per piantarvi una vigna, una terra con vigna alla località Tiranna e una terra laboratoria alla località Vado di Citro presso il torrente Telegro con l’obbligo di versare agli esecutori testamentari 2 once d’oro al peso generale del regno da spendere per la salvezza della sua anima. Silvestro, notaio.