Bonoincunto, figlio del defunto milite Bonoincunto, cita in giudizio Roberto, figlio naturale del fu Campanino di Sico, pretendendo il saldo del debito che aveva contratto nei suoi confronti. Intervengono nella contesa Domenico abate della chiesa di S. Erasmo e Trinità figlio del fu Guglielmo di Icta, suo avvocato e procuratore, sostenendo che il predetto Roberto non poteva e non doveva saldare il debito senza il patrocinio della stessa chiesa poiché questi, come risultava da un istrumento che viene esibito, trentadue anni prima con il figlio aveva offerto se stesso e tutti i suoi beni mobili ed immobili alla suddetta chiesa riservandosi solo l’usufrutto vita natural durante di un oliveto. Il presente at¬to viene rogato su richiesta dell'abate per la sicurezza della comunità. Ruggiero notaio.