Con il consenso dell'abate Ruggiero e degli altri confratelli, Tommaso monaco di S. Giacomo dà a Guglielmo, figlio di Guglielmo di Leo, ed a Barbato, figlio del fu Pietro di don Cioffo, una terra alberata alla località Carapiglia, confinante con i beni del feudo di Ugo di Contursi, per un censo annuo di 4 denari da corrispondersi nella festività di S. Giacomo, con la condizione che vi sia piantata una vigna nel corso del corrente 1227 e con l'obbligo che la stessa terra sarebbe dovuta tornare al monastero in mancanza di eredi legittimi di primo grado. Bartolomeo notaio.