Tancredi re, su richiesta di Nicola, arcivescovo di Salerno, concede alla Chiesa salernitana le entrate provenienti dalle attività di tintoria e di lucidatura delle stoffe esercitate in Salerno, nelle sue pertinenze e nelle terre e municipi adiacenti già in parte da essa detenute per complessive cinquantotto once d'oro, ricevendo in cambio, per la quota residua di cinquanta once, la decima sui redditi di Salerno e Tusciano, sia in denaro sia in vino e vettovaglie, un fondaco sito nella platea maggiore con tutti i suoi tenimenti e due botteghe site in ruga Palmentariorum. Matteo, regio cancelliere