Alla presenza di Landolfo giudice, e di Giovanni, arcipresbitero di Eboli, figlio del fu Domenico, Ruggero presbitero detto Marolonus e Mulernuus presbitero di S.Nicola, Giovanni de Crescenzo e Simone del fu Sesamo, attestano che la chiesa di S.Elia in Eboli, già fondata da Nicola Greco, presbitero, e ceduta all'Arcivescovado salernitano, era poi stata data in feudo per l'officiatura allo stesso Nicola, e dopo di lui a Damiano, nipote di Nicola. Giovanni, notaio